Sindrome da Crocerossina

Quando parliamo di sindrome da crocerossina facciamo riferimento a quella figura che, all’interno di una coppia, si dà sempre più da fare dell’altro. Spesso disposta a lasciar passare ogni cosa (tradimenti, maltrattamenti, umiliazioni, etc.), pur di tenere in piedi la relazione, viene definita in alcuni casi anche come la Wendy che si appresta ad aiutare l’altro, Peter Pan, intervenendo sempre per correggere i suoi “errori” e continuando a perpetuare la condizione di eterno immaturo.

Questo atteggiamento porta chi soffre della sindrome da crocerossina a risultare “scontata” agli occhi del partner, oppressiva (come una madre con il figlio) e frustrata, in quanto più si dà da fare, più peggiora la situazione.

La rabbia che sviluppa in questi casi è molto forte perché, nonostante gli sforzi, le cose non cambiano e il rapporto si trasforma in un braccio di ferro dove ci si cristallizza nel proprio ruolo, da entrambe le parti, rendendo il rapporto sempre più disfunzionale.

L’illusione che porta alla delusione

Le intenzioni spesso sono mosse dall’ aspirazione di creare una “famiglia del mulino bianco”, una situazione ideale dove tutto possa andare sempre bene, ma è un’illusione che si trasforma in una continua delusione, che rischia di creare forti danni alla coppia e ai figli, quando questi sono presenti.

Spesso chi occupa questo ruolo può vivere anche dei forti sensi di colpa, che fanno sentire la sensazione di non aver fatto mai abbastanza e di non essere una brava compagna. E’ possibile che fin da piccola sia stata abituata ad occuparsi dei propri genitori in quanto questi erano manchevoli o dei fratelli e che per far questo abbia “bruciato” la propria infanzia e adolescenza a prendersene cura. Questo può averla resa un’esperta accuditrice, anche nelle situazioni in cui non le viene richiesto.

i comportamenti disfunzionali della crocerossina sono:
  •  sacrificare la propria vita e i propri spazi in funzione dell’altro;
  • sostituirsi in tutto e per tutto al proprio partner;
  • riprende l’altro per ogni minimo errore con l’intento di renderlo “perfetto”;




Cosa aspettarsi da questo tipo di relazione?

Uno dei due abbandonerà la relazione. A volte è il partner che si sente oppresso, altre volte è proprio la crocerossina che finisce per stancarsi di avere accanto un “bambino” immaturo.


Come uscire dal ruolo della crocerossina?

  1. La prima cosa da fare consiste nel riappropriarsi della propria autonomia. Iniziate quindi a riprendervi i vostri spazi concentrandovi sulle passioni (l’esservi dedicati per troppo tempo ad altri, potrebbe portarvi a pensare di non averne), cercando di dedicare a voi stesse un piccolo spazio giornaliero di almeno 5 minuti che vi crea piacere o benessere e riconoscetevelo.
  2. Assumete un atteggiamento meno scontato agli occhi del partner, evitando di intervenire ad ogni minima manchevolezza, rimanendo piuttosto ad osservare da lontano, lasciando che l’altro si regoli da solo con i suoi tempi e si assuma la responsabilità delle proprie azioni;
  3. Tirate fuori tutta la rabbia e i sensi di colpa accumulati scrivendo su un foglio. Questo potrà aiutarvi a prenderne le distanze e a farvi riflettere su cosa vi spinge a comportarvi in quel modo;
  4. Provate ad immaginare a come cambierebbe la relazione se foste nella situazione ideale, scrivete le piccole cose concrete che vi ritrovereste a fare diversamente (es. non interverrei su questa cosa, avrei più tempo per…, etc.) e provate a mettere in pratica comportamenti più piccoli e fattibili;
  5. Se proprio non riuscite a venirne fuori, chiedete aiuto ad un professionista psicologo psicoterapeuta che possa fornirvi un punto di vista esterno per cambiare l’atteggiamento che vi risulta difficile da modificare.